Come l’alimentazione anti-infiammatoria supporta l’equilibrio neuropsicologico
Essere una persona neurodivergente significa spesso muoversi in un mondo che non è progettato per accogliere e valorizzare la propria unicità.
Le sfide possono essere molte: dalla gestione delle energie quotidiane alla regolazione delle emozioni, fino alle difficoltà di concentrazione o alle sensibilità sensoriali.
Nel percorso di vita di una persona neurodivergente, o della sua Famiglia, ogni risorsa capace di offrire comprensione e benessere può rappresentare un valore importante, in particolare quando è supportata anche da una prospettiva solida da un punto di vista scientifico.
Negli ultimi anni, la ricerca ha messo in luce come l’alimentazione anti-infiammatoria possa rappresentare un alleato importante per ogni persona, neurotipica e neurodivergente, di qualsiasi età anagrafica. Non si tratta di una cura in senso stretto, né di un approccio rigido, ma di un modo per imparare a prendersi cura di sé anche attraverso ciò di cui ci nutriamo, scegliendo alimenti che sostengono il corpo, la mente e la propria energia psicofisica.
Questo tema mi è particolarmente caro, non solo per la mia formazione e professione, ma anche per il mio percorso personale.
Nel tempo ho compreso sempre più chiaramente quanto corpo e mente siano interconnessi e di quanto ciò di cui scegliamo di nutrirci possa influenzare profondamente non solo la nostra energia fisica, ma anche la qualità del nostro microbioma intestinale, della qualità delle emozioni, della concentrazione e del modo in cui viene affrontata e vissuta la quotidianità.
Per questo motivo, negli ultimi otto anni ho scelto di approfondire e studiare sempre meglio il legame tra alimentazione, mente e benessere integrato, con l’obiettivo di poter sostenere sempre meglio i bambini, gli adolescenti, i genitori e gli adulti Neurodivergenti che accompagno. Credo che la conoscenza e lo studio profondo debba necessariamente dialogare con la vita reale delle persone, tenendo conto delle risorse e delle difficoltà quotidiane che ognuno attraversa, e con i piccoli-grandi passi che ognuno di noi può compiere giorno dopo giorno per vivere davvero al meglio la propria vita.
Il mio approccio nasce proprio da qui: dall’unione tra rigore scientifico ed esperienza vissuta, per offrire strumenti concreti e personalizzati, unito all’importanza di uno sguardo e di un ascolto empatico e rispettoso delle unicità di ogni persona neurodivergente.
Ora ti chiedo di provare ad immaginare un’alimentazione che non solo nutre, ma che accompagna la tua quotidianità, contribuendo a rendere più gestibili stanchezza, sbalzi emotivi e difficoltà di concentrazione. Un approccio che, pur rispettando le sensibilità individuali, può favorire un maggiore equilibrio e benessere generale.
Neurodivergenze e infiammazione: cosa ci dice la ricerca
L’infiammazione è una risposta naturale e utile del nostro organismo, che si attiva per proteggerci e favorire la guarigione, per difenderci da agenti esterni o per riparare i tessuti. Quando però l’infiammazione diventa cronica, anche se non visibile come in un’infezione acuta, può avere un impatto significativo sul benessere quotidiano.
L’alimentazione gioca un ruolo centrale nei processi infiammatori cronici — sia nelle persone neurotipiche sia in quelle neurodivergenti — contribuendo ad alimentare o, al contrario, a modulare l’infiammazione sistemica. Uno studio pubblicato su Metabolites nel 2024 conferma come modulare l’infiammazione attraverso l’alimentazione possa avere effetti positivi sullo sviluppo neurobiologico e sul comportamento.
Nelle persone neurodivergenti, alcune ricerche hanno osservato una maggiore vulnerabilità a processi infiammatori che possono riflettersi sul funzionamento neurobiologico, corporeo ed emotivo.Questo può tradursi in sintomi come sbalzi d’umore, difficoltà di concentrazione, stanchezza persistente e una maggiore sensibilità allo stress.
Per quanto riguarda la regolazione di fame e sazietà, altri studi (Garcia-Gutierrez & Narbad, 2020, Frontiers in Neuroscience) mostrano che il microbiota può influenzare la produzione di ormoni e neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’appetito, contribuendo a difficoltà nella percezione di fame e sazietà, o a comportamenti alimentari selettivi. Inoltre, lo studio di Lewis et al. (2025) pubblicato su Metabolites conferma che, in persone ADHD, esistono alterazioni nei segnali metabolici e infiammatori che interferiscono con la regolazione dell’appetito e con il senso di gratificazione legato al cibo, rinforzando l’ipotesi che la dieta abbia un ruolo centrale anche nella modulazione di questi circuiti.
Integrare un approccio di alimentazione anti-infiammatoria può quindi offrire un supporto concreto, contribuendo a ridurre l’infiammazione e a migliorare la qualità della vita quotidiana.
Microbiota intestinale e cervello
Il legame tra intestino e cervello (asse intestino-cervello) è oggi oggetto di ampia ricerca. Il microbiota intestinale – l’insieme dei miliardi di batteri che abitano il nostro intestino – non influisce solo sulla digestione, ma anche sul sistema immunitario e può modulare processi che incidono su funzioni cognitive ed emotive.
In diversi studi si osservano differenze della composizione microbica tra persone nello spettro autistico e persone neurotipiche, con possibili alterazioni nei metaboliti prodotti dal microbiota (Xu et al., 2025; De Angelis et al., 2024). Le revisioni più recenti sottolineano l’associazione, pur ricordando l’eterogeneità dei risultati e la necessità di ulteriori studi.
Altre ipotesi di lavoro hanno inoltre ipotizzato che una maggiore permeabilità intestinale e la cosiddetta disbiosi possano contribuire a processi di neuroinfiammazione rilevanti per il funzionamento neuropsicologico (Fattorusso et al., 2025).Si tratta però di modelli esplicativi, non di prove causali definitive.
In un’ottica di benessere integrato, prendersi cura dell’intestino e del microbiota intestinale con un’alimentazione ricca di frutta, fibre, verdura, legumi e (quando tollerati) alimenti fermentati rappresenta un passaggio importante, considerando che gli interventi richiedono sempre di essere personalizzati e valutati con professionisti esperti di nutrizione anti-infiammatoria e neurodivergenze.
Sensibilità alimentari e neurodivergenze
Per la mia esperienza clinica, diverse persone neurodivergenti che accompagno riferiscono reattività a specifici alimenti con sintomi come disturbi gastrointestinali, irritabilità o stanchezza.
La letteratura scientifica conferma che in persone autistiche i disturbi gastrointestinali sono più frequenti rispetto alle persone neurotipiche, pur con ampia eterogeneità metodologica tra gli studi (McElhanon et al., 2014; Hsiao, 2014).
Un altro aspetto da considerare riguarda la possibilità di reattività o sensibilità a determinati alimenti, segnalata da diverse persone nello spettro autistico o ADHD. Non si tratta di un’esperienza universale, ma alcuni individui riportano che alimenti come glutine, latticini o additivi possano essere più difficili da digerire o associati a sintomi come disturbi gastrointestinali, irritabilità o affaticamento.
È fondamentale sottolineare che non esistono diete valide per tutte le persone neurodivergenti. Eliminare interi gruppi alimentari senza una valutazione professionale può comportare rischi nutrizionali. Ciò che invece può risultare utile è un approccio anti-infiammatorio personalizzato: osservare con attenzione le proprie reazioni agli alimenti e confrontarsi con professionisti esperti di nutrizione e neurodivergenze può aiutare a identificare strategie realmente efficaci, riducendo i disagi e favorendo un miglior benessere psicofisico.
Come integrare l’alimentazione anti-infiammatoria nella quotidianità
Avvicinarsi ad un’alimentazione anti-infiammatorio non significa rivoluzionare radicalmente le proprie abitudini dall’oggi al domani. I cambiamenti più duraturi, infatti, nascono da piccoli passi, sostenibili, graduali e personalizzati.
Per molte persone e/o Famiglie neurodivergenti, ogni scelta legata al nutrimento può essere influenzata anche da sensibilità sensoriali, abitudini consolidate o dal bisogno di routine rassicuranti.
E’ quindi importante non pensare a diete rigide e costrittive, ma a strategie flessibili e rispettose dell’unicità di ciascuno, che sappiano adattarsi alla vita quotidiana, senza aggiungere ulteriore stress.
Alcune strategie utili possono includere:
- Inserire gradualmente alimenti freschi e integrali: frutta, verdura di stagione, cereali integrali, legumi e fonti di grassi “buoni” possono essere introdotti passo dopo passo, così da favorire l’adattamento del corpo e rendere il cambiamento più duraturo.
- Ridurre zuccheri raffinati e alimenti processati: snack confezionati e bibite zuccherate sono associati a processi infiammatori. Sostituirli con alternative più nutrienti contribuisce a stabilizzare i livelli di energia e a ridurre gli sbalzi glicemici.
- Creare routine alimentari semplici e adattabili. Per molte persone neurodivergenti la struttura è fondamentale. Stabilire pasti regolari, con ricette facili e prevedibili, aiuta a ridurre lo stress decisionale. È importante rispettare le sensibilità sensoriali (sapori, consistenze, odori), scegliendo cibi nutrienti che siano anche ben tollerati.
- Sperimentare ricette che uniscono benessere e piacere. Mangiare non è solo nutrirsi, ma anche esperienza sensoriale ed emotiva. Trovare ricette anti-infiammatorie che siano appaganti e personalizzabili permette di mantenere la flessibilità, evitando rigidità o eccessive restrizioni.
Trovare il proprio equilibrio da soli e senza una guida, tuttavia, non è sempre semplice.
Qui entra in gioco il valore della collaborazione e del lavoro di rete tra professionisti esperti in neurodivergenze: nutrizionisti, psicologi, medici, pediatri e altri specialisti che conoscono a fondo sia l’approccio anti-infiammatorio sia le neurodivergenze.
Nel nostro lavoro clinico e di ricerca crediamo molto in questa rete di competenze ed è anche per questo che da anni collaboriamo in modo integrato e multidisciplinare con esperti a livello nazionale ed internazionale, con l’obiettivo di sostenere sempre meglio bambini, adolescenti, genitori e adulti in Italia e nel mondo, con rigore scientifico, esperienza clinica ed empatia.
Ogni persona ha il diritto di sentirsi accompagnata in un percorso di benessere che tenga conto della biologia, della storia di vita, delle abitudini, dell’ambiente e delle proprie e uniche sensibilità.
Conclusioni
L’alimentazione anti-infiammatoria non è una formula magica né una regola rigida da seguire a tutti i costi. È piuttosto un invito a sperimentare un modo di nutrirsi che tenga conto del tuo corpo, delle tue sensibilità e delle tue esigenze uniche.
Essere neurodivergente significa avere un funzionamento neurobiologico unico, e questo porta con sé sfide ma anche punti di forza straordinari. Prendersi cura di sé attraverso il cibo può diventare un gesto quotidiano di attenzione e rispetto verso la propria unicità, un modo per ascoltare i segnali del corpo e sostenere le proprie risorse interiori.
Non esiste un percorso uguale per tutti: ciò che conta è trovare il proprio equilibrio e mantenerlo nel tempo, passo dopo passo, con la guida di professionisti che sappiano comprendere sia l’aspetto nutrizionale che il funzionamento neurodivergente.
Il benessere integrato non nasce dal conformarsi, ma dal dare valore ai propri bisogni, al proprio corpo, alla propria voce, al proprio equilibrio e alla propria identità. A partire dai nostri bisogni di base.
Fonti
- Lewis, N. (2025). Gut–Brain Inflammatory Pathways in Attention‑Deficit/Hyperactivity Disorder. Metabolites, 15(3), Article 335.
- Morton, J. T., et al. (2023). Multi‑level analysis of the gut–brain axis shows autism spectrum disorder‑associated molecular and microbial profiles. Nature Neuroscience.
- Anaclerio, F., et al. (2024). Microbiota and Autism: A Review on Oral and Gut Microbiota. Biomedicines, 12(12), 2686.
- Garcia‑Gutierrez, E., & Narbad, A. (2020). Autism Spectrum Disorder Associated With Gut Microbiota at Immune, Metabolomic, and Neuroactive Level. Frontiers in Neuroscience.
- Leyrolle, Q., et al. (2023). The gut‑derived metabolites as mediators of the effect of nutrition and gut microbiota on brain health. Frontiers in Nutrition.
- Fanos, V. (2017). Dieta e microbiota: Alimenti, batteri, probiotici e salute. Hygeia Press.
- Sinibaldi, F., & Achilli, S. (2020). Stress, emozioni e salute: Il ruolo dell’equilibrio neurobiologico nel benessere psicofisico. InSciences Editions.
- Pivotto, M; Moro F. (2025). Autismo, geni, epigenetica e ambiente: un intreccio complesso. Asperger Online.
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