Come capire ed esprimere meglio le informazioni.
Google, libri, video, conferenze, riunioni contengono fiumi di informazioni. Acquisire o organizzare le informazioni, comprenderle fino in fondo nella loro natura e nei loro collegamenti è un compito che, a volte, puo’ risultare difficile. Ugualmente complesso, a volte, può essere trasmettere ad altri le informazioni che acquisiamo. Se le informazioni sono di un numero rilevante, la difficoltà aumenta. È possibile, pero’, ridurre la difficoltà.
Per farlo, può essere utile comprendere alcune regole, e utilizzare degli strumenti.
Le informazioni sono processate meglio dalla mente quando sono semplificate, inquadrate in categorie e collegate in un modo logico. Quando le persone formano e poi esprimono le proprie idee, in qualunque forma, lo fanno con una logica. La logica è una struttura, fatta di regole. Ognuno ha il suo modo di collegare le informazioni tra di loro e di riproporle agli altri.
Per qualcuno, per esempio, le idee si presentano nella mente in linea retta, per altri sono un vortice di associazioni.
La logica degli altri è complessa da seguire.
Per seguirla, occorre comprendere la struttura delle informazioni. Comprendere la struttura permette di comprendere i collegamenti, e quindi di comprendere se qualche collegamento manca.
Quando manca, occorre inserirlo. Una volta compresa la struttura, e una volta che la struttura è integrata con le informazioni che mancano, comprendere le informazioni sarà più semplice.
Come lo sarà trasmettere le nostre informazioni a qualcun altro. Nei primi anni ‘70 Tony Buzan, partendo dalle idee di Novak elaborò un nuovo e originale
metodo, dando origine alle Mappe Mentali, ispirate al concetto del Radiant Thinking.
Una mappa mentale non è altro che uno strumento, efficace, per elaborare le informazioni, riducendole all’osso.
Una mappa mentale permette di prendere in considerazione il cuore e la struttura delle informazioni, la loro logica, e di comprendere, a colpo d’occhio, quale informazione dipende da quale, e come sono in relazione tra di loro. Una mappa mentale facilita la capacità di sviluppare associazioni mettendo in evidenza le relazioni e i collegamenti fra idee simili.
Per capirne l’utilità, occorre comprendere meglio la gerarchia delle informazioni. Le informazioni non sono tutte uguali, e non sono allo stesso livello. Alcune informazioni derivano da altre, nel senso che ne presuppongono altre.
Per esempio, per poter dire che il 6 è un numero, occorre avere prima una differente informazione: che cosa è un numero.
Il concetto di numero, a sua volta, è collegato al concetto di matematica, al concetto di scienza e così via. Le informazioni sono parte di categorie, collegate tra di loro.
Per spiegare il concetto di categorie, un mio professore ha posto alla classe una domanda: “Che cos’è un coccodrillo?”. Una risposta immediata data dalla classe è stata che il coccodrillo è un animale.
Eppure, per il mio professore, la risposta non era abbastanza. Ci sono tanti animali, e tra gli animali ci sono tante categorie differenti. Secondo il mio professore, la categoria immediatamente precedente al coccodrillo è quella di loricato. Ignorando cosa fosse un loricato, ho cercato il termine sul vocabolario
per scoprire che vuol dire “armato di lorica”. Ho quindi cercato la parola “lorica”, per scoprire che è sia una formazione protettiva degli animali, sia una “denominazione generica di animali”.
Il loricato è quindi un genere di animale.
Grazie a quella domanda, ai giovani studenti si è aperto un mondo di categorie ed inscatolamento delle informazioni. In quel momento, noi studenti abbiamo compreso la base della logica: le categorie.
Ogni volta in cui, nella realtà fenomenica, ci troviamo di fronte a qualcosa, la nostra mente la apprende inserendole in una scatola: una categoria.
Ci sono fiumi di discorsi filosofici, da Aristotele a Kant, sulla conoscibilità e validità delle categorie. Quel che è certo è che associamo nella mente una realtà fenomenologica a qualcosa che conosciamo già: ad una categoria.
Le categorie hanno a loro volta una gerarchia. Le informazioni sono di primo grado, di secondo grado, di terzo e così via. Le informazioni di primo grado corrispondono alle categorie più grandi che riusciamo ad immaginare nel nostro panorama cognitivo.
Un coccodrillo è un animale. “Animale” è una macro categoria, un’informazione di primo grado. L’informazione di secondo grado è “loricato”; tra gli animali, è un loricato. L’informazione di terzo grado è “coccodrillo”; tra i loricati, è un coccodrillo.
Organizzare la mente
Quando si apprendono informazioni, o si comunicano le informazioni a qualcuno, è benecomprendere chiaramente la logica delle informazioni. È indispensabile organizzarle nella nostra mente, per comprendere se, ed in che modo, la gerarchia delle informazioni è rispettata. Io posso apprendere o comunicare informazioni casuali, in ordine sparso, oppure informazioni strutturate con una logica
precisa. Il caos non è comprensibile. Una struttura organizzata ha più possibilità di essere compresa.
La logica delle nostre informazioni è rappresentabile graficamente attraverso una mappa mentale. La mappa mentale aiuta a comprendere e strutturare sia le informazioni degli altri che vogliamo acquisire, sia le nostre informazioni che vogliamo trasmettere.
Nella mappa mentale l’argomento principale, o il nucleo del discorso, è rappresentato in un’immagine centrale. Gli argomenti principali, le informazioni primarie, si irradiano dall’immagine centrale come rami che contengono un’immagine o una parola chiave scritta su una linea associata.
Procedendo per anelli successivi i sotto-argomenti, le informazioni di secondo e di terzo grado, si irradiano dai rami principali formando una struttura nodale connessa. Nel caso del nostro coccodrillo, la mappa sarebbe così:
Questo porta molti vantaggi. Per prima cosa, l’argomento principale è immediatamente individuabile. La gerarchia tra gli argomenti, tra le categorie, è evidente dal punto di vista grafico, perché via via che ci si allontana dal centro si entra sempre più nel dettaglio. Il primo anello sarà “animale”, il secondo “loricato” e il terzo “coccodrillo”. Coccodrillo è visivamente più lontano dall’argomento di animale.
I collegamenti tra i concetti e i riferimenti tra i vari argomenti saranno evidenti. Questo permetterà di strutturare una logica il più possibile comprensibile per noi, e quindi per gli altri. I vantaggi non sono finiti. Quando prendiamo appunti o strutturiamo in lineare, andare ad aggiungere informazioni è complesso. Con una mappa, si possono aggiungere informazioni in ogni momento. Se voglio aggiungere che il coccodrillo piange, aggiungerò un ramo, e avrò finito.
È, poi, possibile concentrare in poco spazio argomenti anche molto articolati e tenerli visivamente sotto controllo.
Sviluppa, inoltre, la capacità di sintesi. La maggior parte delle informazioni, per essere comprensibile agli altri, deve essere semplificata all’osso. La semplificazione è un’interazione. L’interazione aiuta la comprensione, e la comprensione aiuta il ricordo. In definitiva la mappa mentale è uno strumento di scrittura che fornisce una visione chiara e globale di un argomento.
Vediamo come strutturarla.
- Il foglio deve essere tenuto in orizzontale.
Le immagini orizzontali sono più facilmente riconoscibili. Inoltre il formato orizzontale dà più
libertà e spazio per disegnare la mappa mentale rispetto al formato verticale. - Usiamo il carattere stampatello se scriviamo a mano. Molto banalmente, è più facilmente leggibile ed è più facile da “fotografare” per la mente. Scrivere in stampatello incoraggia anche la brevità, e dunque la sintesi.
- Usiamo il senso orario per disegnarla. Partiamo a ore 13.
- Creiamo una gerarchia tra le informazioni, ad anelli, concentrici. Il primo anello (vicino al centro) è dedicato agli argomenti principali. Il secondo anello alle informazioni di secondo
grado e così via. Più ci si allontana dal centro più si entra nel dettaglio. - Sintesi e chiarezza sono fondamentali. Più la mappa è chiara più è facile da revisionare e ripassare.
- Usiamo una sola parola chiave per linea. I concetti possono essere ridotti ad una, massimo due parole chiave che ci aprano il mondo delle informazioni sottese, come le cartelle del computer. Non serve scrivere molto per sapere cosa c’è dentro; basta una parola.
In questo modo, le informazioni saranno strutturate, ed avranno una logica più comprensibile, sia per noi, che per gli altri. Sarà quindi più semplice acquisirle e trasmetterle.
L'autore Stefano Faraoni
Stefano Faraoni si è laureato con lode presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, relatore Prof. Avv. Carlo Federico Grosso. È Avvocato iscritto all’Albo degli Avvocati del Foro di Torino dall’11 dicembre 2006 ed è patrocinante in Corte di Cassazione dal 2020. Si è formato a Torino in ambito di diritto civile e diritto penale, in importanti studi torinesi quali lo Studio dell’Avv. Antonio Foti e lo Studio dell’ Avv. Andrea Galasso, per dedicarsi successivamente alla conoscenza del Common Law, della Contrattualistica Internazionale, della IT Law e dei profili di diritto legati all’uso dell’Intelligenza Artificiale.
Dopo aver conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione forense nel 2006, ha fondato il primo studio nel 2007, La Sala Caminati Faraoni, per poi proseguire la sua attività professionale con la creazione dello Studio Legale Faraoni, e successivamente dello Studio Faraoni & Partners, poi diventato, nel 2017, un’associazione professionale. Ha sviluppato, in quegli anni, una collaborazione con SLIG LAW LLP (London), acquisendo maggiori competenze in ambito di Common Law.
Dal 2018 al 2021 è stato socio Fondatore e Director di Athena S.r.l. S.t.a.. Al fine di fornire un’assistenza sempre più qualificata, e sempre più internazionale, nel Febbraio 2022 ha fondato un nuovo studio legale, Lumen Legis, una moderna Law Firm attenta alle nuove frontiere del diritto, in grado di operare in Italia e nel Mondo, unendo le competenze acquisite nelle esprerienze professionali precedenti con un profilo maggiormente internazionale, interdiscilinare, e con le competenze date dall’alta professionalità degli studi legali e di consulenza membri del network di Lumen Legis .
Ha stabilito, nel 2022, una collaborazione in qualità di Of Counsel con lo Studio Legale Associato Ambrosio & Commodo, principalmente in ambito IT and AI Law, Contract Law e International Law. Dal 2021 è membro della Commissione Intelligenza Artificiale del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Torino.
Nell’arco della sua carriera l’Avv. Stefano Faraoni ha dedicato la sua attenzione alla formazione e al continuo incremento delle competenze professionali, conseguendo un Master in Avvocato D’Affari, in Contrattualistica nel Commercio Estero, in Diritto dell’Informatica e in Blockchain Strategies, tenendo corsi di Legal English (Inglese Legale), Comunicazione e Soft Skills, Public Speaking e Negoziazione.
L’ Avv. Stefano Faraoni, parallelamente, ha portato avanti la sua carriera universitaria, cominciata presso la Facoltà di Giurisprudenza con il progetto Moot Courts, insegnando Advocacy. Dal 2018 è Professore a contratto in Legal English presso l’Università degli Studi di Torino, European Legal Studies, Facoltà di Giurisprudenza, e dal 2021 in Tecniche di comunicazione e soft skills nel Master Industrial Operations II, presso la Facoltà di Management.
Dal 2021 è PGR (Post Graduate Researcher) in Artificial Intelligence/ Machine Learning (Intelligenza Artificiale) e Tecnologia Persuasiva presso la University of York (UK). L’oggetto della sua ricerca riguarda l’impatto e la possibile regolamentazione della Tecnologia Persuasiva (PT) guidata da un sistema di AI/ML sul consenso, sulla privacy e sull’autodeterminazione, in ambito contrattuale, nei sistemi di Common Law e Civil Law.
L’Avvocato Stefano Faraoni si occupa di Contrattualistica Nazionale e Internazionale, AI Law (Diritto dell’Intelligenza Artificiale), IT Law (Diritto della Rete e delle Nuove Tecnologie), Diritto Civile e Diritto Penale Italiano.
E’ autore del libro “Public Speaking. L’arte di attirare l’attenzione”, Hoepli, 2019.