Una collaborazione etica e innovativa per il supporto alla neurodivergenza.

Nell’ambito dell’impegno costante per una società più inclusiva, autentica e attenta alla neurodivergenza, Aspergeronline ETS è lieta di annunciare una nuova e significativa collaborazione con Frame Studio Psicologia e Frame Hub Srl. Un sodalizio che nasce non solo da una condivisione di obiettivi professionali, ma da un profondo allineamento etico e valoriale.

Fondate dalle dottoresse Micol Pivotto e Francesca Moro, professioniste unite da un’amicizia sincera e da una visione audace, queste realtà integrano competenza clinica, formazione e innovazione per rispondere in modo efficace e sensibile alle esigenze delle persone neurodivergenti.

Frame Studio Psicologia si distingue come centro clinico multidisciplinare attento alla persona nella sua unicità, mentre Frame Hub amplia il raggio d’azione verso esperienze formative e trasformative, promuovendo una cultura del benessere integrato.

In questa intervista, esploriamo le radici e le aspirazioni di questa esperienza professionale d’eccellenza, comprendendo insieme le sfide, le opportunità e le speranze di chi lavora quotidianamente per costruire spazi realmente accessibili e relazioni terapeutiche profonde. Un dialogo che apre nuove strade verso un futuro più giusto e accogliente per tutte e tutti.



Dottoresse, qual è l’origine di Frame Studio Psicologia e Frame Hub Srl? Cosa vi ha spinto a fondare due realtà distinte ma complementari?

Siamo due persone, amiche intime e colleghe, appassionate e creative e fin dall’inizio, 18 anni fa circa, abbiamo sentito che lavorare da sole nella nostra stanza di psicoterapia non era diventato per noi solo impossibile, ma nemmeno utile né per noi né per i nostri pazienti. Da qui abbiamo unito le forze e le intuizioni e abbiamo iniziato a gettare le basi di Frame Studio Psicologia.

Gradualmente, ci siamo rese conto che da sole non potevamo più gestire la mole di richieste che stava continuando ad arrivarci, essendo sempre state interessate e specializzate nelle neurodivergenze.

Abbiamo dunque deciso di allargare il nostro Team, prendendoci del tempo per selezionare con cura persone che fossero allineate al nostro modo di vivere e di vedere la professione dello psicologo. Dopo più di un anno abbiamo creato quello che ad oggi è il team di Frame Studio Psicologia, ed è esattamente come l’avevamo immaginato: diverse professionalità e specializzazioni, differenti orientamenti clinici, diverse personalità.

Abbiamo compreso che avevamo bisogno anche di una persona che potesse aiutarci per tutta la parte di segreteria e di amministrazione, così abbiamo scelto con coraggio di delegare a questa nuova figura tutta una serie di compiti che fino a quel momento avevamo sempre gestito da sole. Abbiamo intuito che se non lo avessimo fatto sarebbe stato molto difficile continuare a crescere nella nostra visione.

La bellezza di lavorare in questa Equipe risiede proprio nella vibrante mescolanza di idee e proposte. Il paziente è sempre stato e rimarrà al centro di tutto ciò che facciamo, potendo attingere all’interno del nostro studio a ogni tipo di esigenza.

Poi, però, ci siamo rese conto che avere “solo” un centro focalizzato sulla clinica, ci stava limitando nel portare avanti le idee sempre più complesse, significative, visionarie, non convenzionali, che abbiamo sentito l’urgenza di condividere con il mondo… Un anno fa è quindi nata la Società Frame Hub: un luogo di incontro formativo, esperenziale e strategico che ci permette di dedicarci ad attività di mentoring, retreat esperienziali, masterclass, focalizzati sulla salute e sul benessere integrato, sia per le persone neurotipiche sia per quelle neurodivergenti. Entrambi i progetti sono seguiti e supervisionati con estrema cura e continuità da entrambe; dedichiamo tutto il nostro impegno e la nostra emozione, con l’obiettivo di fare la differenza.

Come si articola il vostro lavoro quotidiano nel rispondere ai bisogni di persone con profili neurodivergenti, sia in ambito clinico che formativo?

Nel nostro lavoro quotidiano ci lasciamo guidare da una convinzione profonda: il desiderio di muovere dei passi reali e concreti verso un mondo inclusivo, davvero inclusivo. Accompagnare persone neurodivergenti, per noi, significa prima di tutto creare relazioni autentiche, dove le persone che accedono ai nostri servizi possano sentirsi al sicuro, riconosciute e mai giudicate, un po’ “a casa”.

Nella clinica siamo molto sensibili e attente ad adattare il setting e i ritmi all’unicità di ciascuno: ascoltiamo e accogliamo i bisogni sensoriali e comunicativi, progettiamo in equipe percorsi che puntano a valorizzare le risorse e i desideri; inoltre, ci confrontiamo costantemente con chi fa parte della rete della persona — famiglia, scuola, educatori, professionisti multidisciplinari — per far sì che si crei un contesto che sostenga davvero in modo completo e integrato.

Accompagniamo anche tante persone e famiglie neurodivergenti italiane, ma residenti all’estero, supportandole anche a distanza (sia a livello diagnostico che di trattamento, supporto ed eventuale parent-training).

Collaboriamo con diversi professionisti esperti in neurodivergenze e che si occupano di discipline diverse (osteopatia, medicina integrata, naturopatia, nutrizione antinfiammatoria, …) per cercare di supportare le persone in un modo davvero completo e non convenzionale, favorendo il benessere di corpo-mente-energia psicofisica in modo integrato e solido da un punto di vista scientifico.

Nel lavoro formativo, ci impegniamo a seminare consapevolezza e possibilità. Lo facciamo accompagnando insegnanti, genitori, operatori e professionisti multidisciplinari a mettersi in discussione, ad aprirsi a sguardi nuovi. Ci occupiamo anche di docenza, supervisione e ricerca scientifica (in ambito pediatrico e neonatologico: a supporto di bimbi nati prematuri e le loro famiglie).

Proponiamo percorsi formativi concreti e coinvolgenti, che uniscono teoria, esperienza e ascolto reciproco; cuciamo su misura supervisioni e consulenze che aiutano a tradurre i valori inclusivi in scelte quotidiane; forniamo strumenti pratici, materiali, e strategie relazionali che nascono dall’incontro reale con le persone neurodivergenti.

Quali elementi ritenete fondamentali per creare spazi realmente accessibili, rispettosi delle differenze e centrati sulla persona?

Per noi accessibilità significa creare contesti in cui ogni persona possa sentirsi a proprio agio, accolta e libera di essere sé stessa. È un lavoro quotidiano fatto di attenzione, ascolto e cura.

Ci guidano alcuni elementi chiave: ambienti sensorialmente e comunicativamente accoglienti, dove suoni, luci, materiali e modalità di comunicazione sono adattati ai bisogni reali di chi incontriamo; relazioni umane vere, un clima caldo e umano in cui sentirsi visti e non giudicati; uno sguardo inclusivo concreto e realistico, in cui neurotipici e neurodivergenti possano coesistere e far emergere da ciascuno le potenzialità.

In dialogo con famiglie, scuole e contesti aziendali, quali segnali o richieste sentite emergere con maggiore forza?

C’è una grande richiesta di ascolto, chiarezza e strumenti concreti per affrontare la complessità delle neurodivergenze nella vita quotidiana, educativa o lavorativa.

Le famiglie desiderano essere affiancate e guidate, perché spesso si sentono sole, smarrite e giudicate. Cercano professionisti che le aiutino a comprendere i bisogni dei figli, ma anche a prendersi cura del contesto famiglia.

Le scuole chiedono supervisione, strumenti pratici, aggiornamenti, approcci relazionali rispettosi e spazi per confrontarsi. Vogliono essere inclusive, ma spesso non sanno da dove cominciare.

Le aziende rappresentano una sorpresa positiva: cresce l’apertura verso l’inclusione, ma anche il bisogno di conoscenza. Desiderano accogliere la neurodiversità senza stereotipi, costruendo ambienti più flessibili, equi e rispettosi.

Quali sono secondo voi le principali sfide e opportunità nel promuovere una cultura capace di valorizzare le neurodivergenze?

Valorizzare le neurodivergenze significa promuovere un cambiamento culturale profondo, fuori dall’ordinario. Le sfide principali sono: portare il mondo neurotipico ad adattarsi alle persone; evitare l’ipersemplificazione; superare la competizione tra professionisti in favore della collaborazione.

Le opportunità sono enormi: riscoprire l’umano, rendere i contesti più giusti e accessibili, sviluppare nuove competenze come empatia e dialogo tra diverse menti. È un gesto culturale e politico, che parla del mondo in cui vogliamo vivere: un mondo in cui nessuno debba chiedere il permesso per essere sé stesso.

Come è nata la collaborazione con Aspergeronline ETS e cosa vi piacerebbe costruire insieme per il futuro?

È nata attraverso un bellissimo passaparola. Da subito, abbiamo capito che parlavamo la stessa lingua e alla stessa frequenza. La visione condivisa è chiara: vogliamo costruire un villaggio globale, dove si possa essere accolti per ciò che si è, e non giudicati per ciò che non si è. Un luogo di libertà, confronto e sicurezza. Una rivoluzione possibile, un passo alla volta, anche controcorrente.

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